Presentazione del libro "“Il segnale dell’elefante - Storia della mancata insurrezione del Partito d’Azione a Roma”
Il Circolo "Giustizia e Libertà" di Roma, nell’ambito di un programma di incontri culturali, Vi invita a partecipare alla presentazione del libro
“Il segnale dell’elefante - Storia della mancata insurrezione del Partito d’Azione” di Francesco Maria Fabrocile.
La presentazione si terrà nella sede di Via Andrea Doria 79 sc.B, Roma
mercoledì 24 maggio 2017 con inizio alle ore 18:00.
Introduce l’ing. Guido Albertelli (Presidente del Circolo)
Relatore: Prof. Giorgio Giannini (Consigliere del Circolo)
Sarà presente l’autore.
Seguirà il dibattito con il pubblico.
"Un Partito, quello d'Azione, intenso e breve come una cometa, ma centrale nella lotta di liberazione, anche a Roma, dove l'insurrezione, voluta e pianificata, nelle ultime ore non scatta. Nel saggio vengono indicati per la prima volta, con documenti d'archivio e testimonianze inedite, i retroscena del fallito tentativo che vide affiancati Emilio Lussu, Riccardo Bauer e Ugo La Malfa, diversi per natura e pensiero.”
“Il libro racconta la storia, anzi le storie, che hanno dato origine al Partito d'Azione romano. Diverso da quello di Torino o delle regioni veneto-friulane, a Roma il Partito raccoglie la rete di Giustizia e libertà, fatta di ex combattenti e Arditi del Popolo, artigiani, ferrovieri, intellettuali, impiegati. Alla vigilia dell'8 settembre si sono awicinati agli "azionisti" numerosissimi militari e studenti, pronti ad impedire l'entrata in città dei nazisti in una sentita unità di azione con le forze armate italiane, che però restano inerti. Dopo la battaglia di Porta San Paolo la guerriglia procede organizzata per zone, ma anche sul fronte dell'intelligence e politico. Il Partito d'Azione intercetta e sabota il piano tedesco di affamare Roma e di deportarne il potenziale produttivo, bloccando nelle cancellerie le esecuzioni delle condanne per disobbedienza ai bandi nazisti. Dopo la decapitazione dei quadri organizzativi con le retate di polizia del febbraio-marzo '44, il Partito si riorganizza e prepara un piano militare insurrezionale: con 1200 armati, anche da solo il Partito è pronto a dare il colpo di grazia ai nazisti in smobilitazione. Mentre la base, intenzionata a combattere, trova collaborazione orizzontale con partigiani di colore diverso, i rapporti con gli Alleati e con i badogliani sono la quadratura del cerchio: il segnale radio - "elefante" - convenuto con gli americani per lo scoppio dell'insurrezione si perde in un giallo di rapporti interni al Partito, destinati a lasciare dopo il 4 giugno ferite non rimarginabili e verità indicibili, mentre la guerra, inesorabile, continua.” [fonte Marlin editore]
(pubblicato da Admnistrator)
25 Aprile 1945 - 2017
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Il Circolo “Giustizia e Libertà” rende omaggio, in questo 25 Aprile, a quanti hanno combattuto per rendere l'Italia Libera.
Ricorda anche coloro che furono esuli in Patria e all'estero e che combatterono in Spagna contro il franchismo e che furono parte attiva della concentrazione antifascista a Parigi e quelli che vennero trucidati alle Fosse Ardeatine e gli altri che parteciparono alla Resistenza e alla “battaglia” per la Repubblica e la Costituente.
Tutti testimoni dei grandi valori di un tempo oggi fin troppo sviliti e dimenticati .
[ pubblicato da Administrator ]
L’unità europea e i pericoli del post fascismo
L’unità europea e i pericoli del post fascismo
di Ugo Intini – Pubblicato il 23-03-2017 sul “Mattino” di Napoli
Nei giorni in cui si celebra il 60° anniversario dei trattati che diedero il via al processo di unità europea, tutti ricordano il famoso “Manifesto di Ventotene”, che ne è stato la base ideologica. La prima edizione (introvabile e preziosa) è conservata alla Fondazione Nenni e ci ricorda molte cose: una straordinaria storia di lungimiranza e coraggio, la posta oggi in gioco, le scelte sul tavolo.
Nell’isola di Ventotene, i detenuti politici hanno sognato e discusso per mesi l’Europa unita. Altiero Spinelli e Ernesto Rossi del Partito d’Azione, con Eugenio Colorni del Partito Socialista, hanno infine sintetizzato e scritto il frutto di questo “lavoro collettivo”, come essi stessi lo definiscono. Colorni è stato incaricato di diffonderlo. E infatti il 22 gennaio 1944, nella Roma occupata dai nazisti (mentre contribuiva a organizzare la resistenza e confezionava, come capo redattore, l’Avanti! clandestino) , in una tipografia nascosta di Monte Mario, ha fatto stampare 500 copie di un libriccino di 125 pagine intitolato “PROBLEMI DELLA FEDERAZIONE EUROPEA: il “Manifesto di Ventotene”, appunto.
Accanto alla evidente lungimiranza, è meno noto lo straordinario coraggio di chi nel pieno della guerra e della repressione nazista preparava il futuro. Colorni lo ha pagato con la vita perché non ha visto l’Europa unita e neppure l’Italia libera: il giorno prima dell’arrivo delle truppe americane nella capitale, è stato infatti riconosciuto da una pattuglia di fascisti che gli ha sparato per strada e lo ha ucciso.
Il volumetto clandestino naturalmente non ha firme. C’è una prefazione che è opera di Colorni ed è siglata “Il M.F.E” (Movimento Federalista Europeo). Seguono gli scritti centrali: di Spinelli e Rossi.
Quale sia stata (dichiaratamente) la spinta alla costruzione dell’Europa unita ci deve far riflettere ancora oggi. Colorni sostiene che le tragedie del continente sono nate tutte dai nazionalismi e dagli egoismi dei singoli Stati sovrani. L’unità europea significava dunque innanzitutto: “mai più guerra”. Anche se la dissoluzione della ex Jugoslavia, che pure era uno Stato vero, ha provocato conflitti sanguinosi, oggi la fine dell’Unione porterebbe probabilmente soltanto guerre commerciali (che già si temono con la Brexit) ma il loro effetto ci renderebbe comunque tutti più poveri. Così come il ritorno alla lira taglierebbe del 30 per cento, dall’oggi al domani, i risparmi degli italiani.
Dietro il Manifesto, si intravede il padre fondatore del partito socialista, Filippo Turati, che già nel 1896, nel suo primo discorso alla Camera, chiedeva gli “Stati Uniti d’Europa” e li vedeva come tappa (in un giorno lontano) verso gli “Stati Uniti del mondo”. Colorni indica esplicitamente anche quest’ultimo obiettivo: “l’ideale di una federazione europea –scrive- come preludio di una federazione mondiale”. È un visionario, certo. Ma anche Turati lo era quando nel 1896 sognava l’Europa unita. E tuttavia, sia pure dopo un secolo, il sogno è diventato in gran parte realtà. Per questo, il nuovo Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, anche lui socialista, cita spesso Turati e il suo ideale di unità mondiale come l’obiettivo ultimo, per le generazioni future, delle Nazioni che siedono al palazzo di vetro di New York.
La prefazione di Colorni elenca uno per uno gli obiettivi dell’Unione Europea derivanti dai principi generali del Manifesto. “Tali principi-scrive-si possono riassumere nei seguenti punti: esercito unico federale, unità monetaria, abolizione delle barriere doganali e delle limitazioni all’emigrazione tra gli Stati appartenenti alla federazione, rappresentanza diretta dei cittadini ai consessi federali, politica estera unica”. Molti di questi obbiettivi sono stati raggiunti. Mancano l’esercito e la politica estera unica. Il Parlamento europeo è sì un “consesso federale” a elezione diretta, ma con scarsi poteri. Ciò che si è conseguito tuttavia non è poco. E proprio su difesa e politica estera il vertice di Roma avrà molto da dire. Abbiamo infatti pagato a caro prezzo l’assenza (o gli interventi scoordinati) dei Paesi europei in Libia e Siria. E il rifiuto di Trump a finanziare la NATO senza un più cospicuo contributo degli alleati europei si spinge sino alla messa in discussione della NATO stessa. Cosicché a Bruxelles si cominciano a porre domande di buon senso. Non sarebbe preziosa una forza europea (anche piccola) di pronto intervento in caso di crisi (ad esempio nel Medio Oriente)? La sola omogeneizzazione e standardizzazione dei sistemi d’arma non farebbe risparmiare miliardi di euro nei bilanci per la difesa? E infine (la domanda più delicata e importante) che senso ha nel 21º secolo la capacità nucleare (missili, bombe e sottomarini) della sola Francia? La force de frappe (forza d’urto) cara soprattutto a De Gaulle non potrebbe diventare uno strumento dell’intera Unione Europea?
Nel 1954, la CED (Comunità Europea di Difesa) arrivò a un soffio dall’essere realizzata. E l’argomento, anche attraverso tappe successive, può tornare sul tavolo. D’altronde, Colorni stesso spiega che proprio l’isolamento di Ventotene e la forzata inattività ha consentito ai padri del Manifesto di non farsi distrarre dai fatti contingenti, concentrando l’attenzione sulla sostanza. Vogliamo riprovare a guardare i dati più clamorosi senza lasciarci distrarre? Nel 1900, l’Europa aveva la metà della popolazione mondiale; adesso, si avvia ad averne il 5. Gran Bretagna, Francia e Germania, da sole, producevano il 35 per cento della ricchezza. Oggi ne producono il 12. Qualcuno può pensare seriamente che i singoli Paesi europei, senza unire le loro forze, possano contare qualcosa nel mondo? Certo, ci si può domandare se valga davvero la pena che l’Europa conti e se abbia qualcosa da dire. Ma anche qui, spesso perdiamo di vista l’essenziale. Scherzando (ma non troppo) si suol ricordare che “gli europei hanno in tasca non la pistola, come gli americani, ma la tessera sanitaria”. Fuori di metafora, non abbiamo la pena di morte ma il Welfare State. Questo da solo basterebbe per rendere, nonostante tutto, l’Europa un modello di civilizzazione per il mondo. E infatti, anche se spesso non ce ne accorgiamo, come tale l’Europa è vista soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
La storia, e il buon senso, spesso colgono l’essenziale. Al vertice di Roma si polemizzerà sulla “Europa a più velocità”. Ma a Ventotene, alla Lettonia (tanto per fare un esempio), ceto neppure si pensava. Alcuni Paesi (innanzitutto Francia, Germania e Italia) camminano insieme da 60 anni; altri, come la Bulgaria, sono arrivati da dieci. E’ naturale che i più vecchi e sperimentati amici vogliano fare insieme un tratto di strada in più e che gli ultimi arrivati li raggiungano dopo, se lo vorranno. Al vertice di Roma, si discuterà delle technicalities per difendere l’Euro. Ma subito dopo la sua creazione, più di quindici anni fa, alla Camera, dicevo. “Mai nella storia si è vista una moneta reggere rimanendo appesa al nulla. Dobbiamo pertanto appendere l’euro alla bilancia di una giustizia comune, alla spada di una difesa comune, ad una politica economica ed estera comune”.
Il piccolo, ingiallito volumetto conservato alla Fondazione Nenni ci insegna un’ultima cosa, questa volta non grazie al testo stampato. Il vecchio leader socialista lo ha infatti sottolineato a penna e in quel lontano 1944 gli ha anche infilato all’interno (cosa davvero strana) un “pizzino”, scritto di suo pugno e incredibilmente riemerso dopo 73 anni. Vi si legge: “quando si farà il governo non deve restare né il colore, né l’odore del fascismo”. Filippo Turati, proprio mentre chiedeva l’Europa unita, insisteva che questo obiettivo sarebbe stato impossibile fino a che non fosse stato estirpato il “cancro” del fascismo che “per sua stessa confessione, è e si vanta di essere l’anti Europa”. Ecco, se non il fascismo, il post fascismo è ritornato. Con il suo nazionalismo, razzismo e intolleranza, nuovamente è e si vanta di essere l’anti Europa. E’ per questo, come ancora una volta avevano intuito i padri fondatori, che la costruzione europea si trova oggi in pericolo.
[ autore e fonte citati all’inizio dell’articolo - n.d.r ]
I Caduti del Partito d'Azione alle Fosse Ardeatine
Il 24 marzo 1944, come rappresaglia contro l'atto di guerra compiuto nel pomeriggio del giorno precedente dalle formazioni partigiane romane contro un reparto delle truppe d'occupazione, 335 italiani vennero uccisi a freddo nelle Cave Ardeatine.
E' uno dei tanti eccidi da inscrivere nella "guerra ai civili" messa in atto in Italia, come nel resto dell'Europa occupata, dalle forze tedesche. Un episodio che ha segnato in modo particolarmente vivo la memoria collettiva: per la lucida freddezza con cui è stato messo in atto; per la pesante complicità che in esso ebbero le autorità fasciste della Repubblica Sociale Italiana, che non solo non tentarono di evitarlo, ma consegnarono senza esitazioni le vittime richieste; perchè perpetrato nella Capitale, sotto gli occhi della Santa Sede che anch'essa non ritenne opportuno muovere un dito; perchè ha coinvolto per la maggioranza antifascisti attivi nelle formazioni politiche e militari della Resistenza romana e laziale; ed infine per le speciose polemiche antiresistenziali che su di esso sono state montate dalla pubblicistica neofascista e riprese in modo sostanzialmente acritico dalla stampa e dagli esponenti politici cosiddetti moderati.
Il Partito d'Azione pagò alle Fosse Ardeatine un pesante tributo: 57 degli assassinati appartenevano al PDA o alle sue formazioni militari. Dall'elenco delle vittime, pubblicato nel sito web dell'ANFIM - Associazione Nazionale fra le Famiglie Italiane dei Martiri Caduti per la Libertà della Patria, riportiamo i nomi indicati come appartenenti alle formazioni azioniste.
Ricordiamo inoltre che nel sito web del Circolo Giustizia e Libertà di Sassari abbiamo da poco pubblicato la recensione della biografia di uno dei giovani martiri azionisti, Orlando Orlandi Posti.
L’elenco dei caduti:
ALBERTELLI PILO
nato a Parma il 30/9/1907 - professore di filosofia - arrestato il 19/3/1944.
ANNARUMI BRUNO
nato a Roma il 30/11/1921- stagnino - arrestato il 3/2/1944.
ASTROLOGO CESARE
nato a Tivoli il 24/5/1902 - lucidatore - arrestato il 15/3/1944.
AVOLIO CARLO
nato a Siracusa il 14/9/1895 - impiegato (SAIB) - arrestato il 28/1/1944.
BAGLIVO UGO
nato ad Alessano (LE) il 24/11/1910- avvocato - arrestato il 3/3/1944.
BERNABEI ELIO
nato a Montepulciano (Si) il 29/10/1907 - ingegnere FF.SS. - Ten. Artiglieria - arrestato il 3/3/1944
BORDONI MANLIO
nato a Roma il 23/7/1920 - impiegato poste - arrestato il 12/1/1944.
BUCCI BRUNO
nato a Roma il 29/9/1920 - disegnatore - Caporal Maggiore del Genio - arrestato il 3/2/1944.
BUCCI UMBERTO
nato a Lucera (FG) il 18/6/1892 - impiegato - arrestato il 3/2/1944.
BUSSI ARMANDO
nato a Modena il 17/12/1896 - impiegato FF.SS. - arrestato tra il 2 e il 3/3/1944.
BUTTARONI VITTORIO
nato a Genzano il 15/10/1905 - autista - arrestato il 4/3/1944.
CANALIS SALVATORE
nato a Tula (SS) il 14/11/1908 - professore in lettere - arrestato il 14/3/1944.
CERRONI ORESTE
nato a Roma il 16/9/1874 - tipografo - arrestato il 5/2/1944.
CIBEI DUILIO
nato a Roma l'8/1/1929 - falegname - arrestato il 7/2/1944.
CIBEI GINO
nato a Roma il 13/5/1924 - meccanico - arrestato il 7/2/1944.
D'ANDREA MARIO
nato a Roma il 22/1/1912 - ferroviere - arrestato il 13/3/1944.
DE GIORGIO CARLO
nato a Roma il 17/10/1909 - impiegato - arrestato il 3/3/1944.
DE MARCHI RAOUL
nato ad Instanbul (Turchia) il 5/7/1915 - impiegato - arrestato il 2/3/1944.
DIOCIAJUTI PIER DOMENICO
nato a Padova il 10/5/1879 - commerciante.
ELUISI ALDO
nato a Venezia l'11/9/1898- pittore - arrestato il 2/3/1944.
ERCOLANI GIORGIO
nato a Roma nel 1908 - Ten. Col. R.E. - arrestato il 23/1/1944.
ÈRCOLI ALDO
nato a Roma il 7/5/1916 - pittore - arrestato il 12/1/1944.
FABRI RENATO
nato a Vetralla (VT) il 25/12/1888 - commerciante - arrestato il 2/3/1944.
FANTACONE ALBERTO
nato a Roma il 25/9/1916 - dottore in legge - arrestato il 28/1/1944 - PDA Banda Neri.
FEROLA ENRICO
nato a Roma il 30/10/1901- fabbro - arrestato il 19/3/1944.
FIORINI FIORINO
nato a Poggio Nativo (RI) il 22/9/1880 - maestro di musica - arrestato il 5/2/1944.
FONDI EDMONDO
nato a Velletri il 3/5/1894- commerciante d'arte - arrestato il 23/2/1944.
GALLARELLO ANTONIO
nato a S. Giorgio Lamolara (BN) - falegname ebanista - arrestato il 3/2/1944.
GIORGI GIORGIO
nato a S. Agata Feltria (PU) - ragioniere - arrestato il 10/12/1943.
GRANI UMBERTO
nato a Roma l'8/5/1897- Ten. Col. Aeronautica - arrestato il 5/2/1944.
INTRECCIALAGLI MARIO
nato a Montecompatri il 2/4/1922 - calzolaio - arrestato il 21/3/1944.
KERESZTI SANDOR
nato a Budapest il 13/8/1914 - ufficiale - arrestato il 21/2/1944.
LA VECCHIA GAETANO
nato a Barletta (BT) il 22/3/1902 - ebanista - arrestato il 4/3/1944.
LEONELLI CESARE
nato a Campagnano il 14/8/1906 - avvocato - arrestato il 2/3/1944.
LIBERI EPIDEMIO
nato a Popoli (PE) il 16/7/1920 - industriale - arrestato il 19/12/1943.
LOTTI GIUSEPPE
nato a Andria (BT) il 6/3/1903 - stuccatore - arrestato il 3/3/1944.
LUCARELLI ARMANDO
nato a Roma l'1/1/1920 - tipografo - arrestato il 5/2/1944.
LUNGARO PIETRO ERMELINDO
nato a Trapani l'1/6/1910 - Sottufficiale P.S. - arrestato il 7/2/1944.
LUZI EVERARDO
nato a Roma il 26/11/1919 - meccanico - arrestato il 12/1/1944.
MANCINI ENRICO
nato a Ronciglione (VT) il 12/10/1896 - commerciante - arrestato il 7/3/1944.
MARIMPIETRI VITTORIO
nato ad Avezzano (AQ) il 30/9/1917 - impiegato - arrestato il 10/12/1943.
MEDAS GIUSEPPE
nato a Narbolia (OR) il 27/8/1908 - avvocato - arrestato il 3/3/1944.
NORMA FERNANDO
nato a Roma il 6/1/1907- ebanista - arrestato il 3/2/1944.
ORLANDI POSTI ORLANDO
nato a Roma il 14/3/1926 - studente - arestato il 3/2/1944.
PENSUTI RENZO
nato a Roma il 3/7/1918 - studente - arrestato il 21/2/1944.
PERUGIA ANGELO
nato a Roma il 20/8/1906 - venditore ambulante - arrestato il 4/3/1944.
PIERANTONI LUIGI
nato a Intra (VB) il 2/12/1905 - medico - arrestato il 7/2/1944.
PULA ITALO
nato a Velletri il 4/7/1915- fabbro - arrestato il 12/1/1944.
PULA SPARTACO
nato a Velletri il 25/5/1919 - verniciatore - arrestato il 12/1/1944.
RENZI EGIDIO
nato a S. Giovanni Marignano (FO) il 3/11/1900 - operaio - arrestato il 3/2/1944.
RICCI DOMENICO
nato a Paliano (FR) il 9/1/1913 - impiegato - arrestato il 12/1/1944.
RODELLA BRUNO
nato a Guidizzolo (MN) il 17/10/1917 - studente - arrestato l'1/1/1944.
SACCOTTELLI VINCENZO
nato ad Andria (BT) il 5/6/1897 - falegname - arrestato il 2/3/1944.
SALEMME FELICE
nato a Napoli il 21/4/1921 - studente universitario - arrestato il 12/1/1944.
SAVELLI FRANCESCO
nato ad Asciano (SI) il 27/9/1890 - ingegnere - arrestato il 5/2/1944.
TAPPARELLI MARIO
nato a Vicenza il23/1/1891 - commerciante - arrestato il 22/1/1944.
ZICCONI RAFFAELE
nato a Sommatino (CL) il 13/8/1911 - impiegato - arrestato il 7/2/1944
[ articolo e ricerche effettuate a cura di Giorgio Giannini ] – [pubblicato da Administrator ]
Tavola rotonda sul "Manifesto di Ventotene"
Il Circolo “Giustizia e Libertà”, nel quadro degli incontri per ricordare i 60 anni dei Trattati di Roma, costitutivi della Unione Europea non solo per celebrare questa data, ma anche le grandi figure di Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi uomini di punta del movimento di “Giustizia e Libertà che scrissero, in un momento buio della nazione e dell’Europa in piena seconda guerra mondiale e (al confino di Ventotene), il “Manifesto di Ventotene” che è da molti considerato la base su cui si è iniziato il percorso della Unità Europea,
organizza
il 25 marzo, alle ore 16:30 presso la propria sede in Roma sita in Via Andrea Doria 79 sc.B,
una tavola rotonda sul tema
“DAL MANIFESTO DI VENTOTENE ALL’EUROPA UNITA”
Estratto dal Manifesto di Ventotene:
“Il punto sul quale essi (i capi di Stato post fine guerra- nda) cercheranno di far leva sarà la restaurazione dello stato nazionale. Potranno così far presa sul sentimento popolare più diffuso, più offeso dai recenti movimenti, più facilmente adoperabile a scopi reazionari: il sentimento patriottico. In tal modo possono anche sperare di più facilmente confondere le idee degli avversari, dato che per le masse popolari l'unica esperienza politica finora acquisita è quella svolgentesi entro l'ambito nazionale, ed è perciò abbastanza facile convogliare, sia esse che i loro capi più miopi, sul terreno della ricostruzione degli stati abbattuti dalla bufera.”
“Se ci sarà nei principali paesi europei un numero sufficiente di uomini che comprenderanno ciò, la vittoria sarà in breve nelle loro mani, perché la situazione e gli animi saranno favorevoli alla loro opera e di fronte avranno partiti e tendenze già tutti squalificati dalla disastrosa esperienza dell'ultimo ventennio. Poiché sarà l'ora di opere nuove, sarà anche l'ora di uomini nuovi, del movimento per l'Europa libera e unita!”
Così scrivevano i tre grandi uomini, pur di fronte allo sfacelo che era dinnanzi ai loro occhi e alle restrizioni personali. Un’utopia che diventò realtà 60 anni fa, pur nella difficoltà di quegli anni. La perdita dello spirito federalista, auspicato da Spinelli, ha sicuramente fatto entrare in crisi il sistema valoriale europeo, così la adesione di 27 Stati europei con dislivelli economici non indifferenti, se escludiamo il Regno Unito che pur formalmente ancora ne fa parte, ma guai se perdessimo la convinzione che senza Europa Unita si può precipitare nelle faide tra Stati e nei nazionalismi più egoisti che hanno portato ai totalitarismi e alla sconfitta della giustizia e della libertà. [FB]
Interverranno al dibattito:
Grazia Pasanisi de’ Foscarini Presidente ANRD-Guerra
Fabio Galluccio Vice Presidente del Circolo “Giustizia e Libertà”
Italo Pattarini Presidente Fiap Lazio
Fabio Pietro Barbaro Presidente ANVRG Roma
Modera :
Salvatore Rondello Segretario del Circolo “Giustizia e Libertà”
[pubblicato a cura di Administrator]
Che Fare ?
In un paese nel quale il sistema democratico non riesce ad avere piena autonomia, dove si assiste al dilagare del trasformismo a livello di metodo, dove la corruzione penetra in ogni settore della vita sia pubblica che privata la cui classe dirigente non è riuscita a liberarsi della “Forza Oscura” e continua imperterrita a ritenere che tutto sia lecito a chi detiene il potere, può sembrare anacronistico parlare di valori come giustizia e libertà sociali.
Si ha l’impressione, parlando di questi valori, d’inoltrarsi in strani mondi, uno fantastico e irreale dove etica e sincerità sono comunque elementi fondamentali per il rispetto dei “sentimenti” più puri e allo stesso tempo un mondo dove sia naturale che la disinteressata azione del singolo individuo possa e debba prender forma e svilupparsi al solo scopo di far sì che possa essere di aiuto alla collettività nella quale vive e della quale dovrebbe essere parte attiva e responsabile… fantasie queste o solide realtà sulle quali si dovrebbe fondare una giusta e libera società ?
L’augurio è che l’attuale classe dirigente italiana sappia riprendere la via della rispettabilità e rettitudine, abbandonando quella del conformismo e della sete di potere per riscoprire quei già nominati valori e quelle memorie troppo presto dimenticate o, meglio, ignorate e che hanno costituito e costituiscono ancora, nonostante tutto, le fondamenta della nostra attuale Società.
[ Walter Spinetti ]