Tutto lo Stefano che c'è in noi
Gridano, gridano. Gridano i familiari, gridano gli amici e gridiamo anche noi, meno ma anche noi. Indignazione ma anche paura, paura di un sistema inaffidabile, un paese che fa acqua da tutte le parti e che si lascia dietro solo i nomi ed i ricordi di coloro che magari hanno meno forza, meno astuzia e meno di meno di ogni maledetta caratteristica che permette ad un uomo o donna di galleggiare nell' italianissimo e volgarissimo mare di merda che bagna il nostro paese.
Non mi piace raccontare esperienze personali, lo faccio questa volta per rafforzare un'idea, anzi una convinzione.
Questa estate una persona a me cara è morta per complicazioni dovute ad una mononucleosi dopo un ricovero in un noto centro specializzato di Roma, la procura ha aperto un'indagine, di seguito il link:
Il peso di quei mesi me lo porto ancora dietro, la cosa più grave, una sconvolgente ed insensata mancanza di informazioni che a me piace chiamare omertà.
Lungi da me condannare o dire ma, chiedo, quanti Stefano ci sono stati? E quanti potenziali Stefano siamo?
Un ragazzo, Stefano, vittima di una società che cancella e calpesta ogni piccolo barlume di debolezza, che copre con un velo di seta firmato ogni suo difetto, ogni sua naturale imperfezione, che rompe e sostituisce invece che riparare, che mastica e sputa invece che gustare, un sistema di ignoranti riuniti in elitarie statali sedi che non conoscono il concetto di cura e prevenzione, che all'altruismo hanno sostituito la propria egocentrica visione delle cose, che al bene in se hanno scelto i beni, per loro e ad ogni costo.
Stefano non aveva bisogno di più attenzione, solo di Bene, quello che ognuno di noi aspetta dal prossimo.
AI