Ricordo di Bruno Rodella
Bruno Rodella nasce a GUIDIZZOLO (Mantova) il 17 ottobre 1917 da Mario e da Gemma Bignotti, ha un fratello di nome Piero.
Vive una infanzia e giovinezza spensierata, studiando e giocando con i suoi amici, alcuni dei quali hanno in seguito ricordato quel periodo della loro vita. In particolare, per racimolare un po' di soldi, lucidava, con altri amici, le catene dei camini di casa durante la Settimana santa, come è tradizione nel mantovano.
Nel 1930, quando ha 13 anni, è tra i 500 vincitori del Concorso, indetto dal giornalino Amico dei Piccoli, in occasione delle nozze di Principe di Piemonte Umberto di Savoia, figlio del Re Vittorio Emanuele III, con la Principessa Maria José, figlia del Re del Belgio, con una sua lettera, che è selezionata tra le decine di migliaia inviate agli Augusti Sposi reali da studenti di ogni Regione d'Italia.
Nel 1933 si trasferisce con la Famiglia a Roma, dove prosegue gli studi nel Liceo Classico Dante Alighieri, dove si diploma con discreti voti (7 in Italiano e Storia dell'Arte).Poi si iscrive alla Facoltà Giurisprudenza dell'Università La Sapienza, consapevole del sacrificio economico che avrebbe dovuto fare la sua Famiglia, dato l'elevato costo dell'iscrizione all'Università, che ammontava a circa 800 lire l'anno. Decide quindi di fare alcuni Concorsi pubblici, per diplomati, nei Ministeri degli Esteri, delle Telecomunicazioni, delle Finanze e della Giustizia, che gli assicuravano uno stipendio di circa 900 lire l'anno. Vince il concorso ????
Nel giugno 1940, quando sta per finire gli esami per poi laurearsi, scoppia della guerra e quindi è chiamato alle armi come Sottotenente dei Bersaglieri ed è assegnato alla Divisione Piave. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, riesce con uno stratagemma a salvarsi dalla cattura dei tedeschi, insieme con una decina di suoi commilitoni, ufficiali e soldati, che si nascondono nella Scuola di Piazza Crati per sfuggire alla cattura. Lui si traveste da bidello.
Durante la Resistenza all'occupazione nazifascista di Roma aderisce al Partito d'Azione, nel quale milita il cugino Avv.to Ugo Baglivo, che è il responsabile militare della I^ Zona di Roma -centro storico- delle formazioni “Giustizia e Libertà” del Partito d'Azione, che è arrestato il 3 marzo 1944 e poi trucidato alle Fosse Ardeatine.
Aderisce alla Banda Piave, formata soprattutto da militari appartenenti alla omonima Divisione dell'Esercito, organizzata dal Partito d'Azione nella V^ Zona (che comprende i quartieri cittadini Nomentano. Italia, San Lorenzo). Si impegna nella raccolta e trasporto di armi leggere e munizioni e nella distribuzione di materiale di propaganda (il giornale clandestino Italia Libera, organo del Partito d'Azione, volantini, da distribuire nei cinema, nei teatri e sui tram...).
La mattina del primo gennaio 1944, Rodella, è fermato in Piazza Re di Roma durante un rastrellamento nazifascista finalizzato alla cattura dei soldati italiani disertori da parte di agenti della Polizia dell'Africa Italiana (PAI) e delle SS. Ha con sé TRE Carte di identità: una rilasciata dal Comune di Roma, con la sua residenza insieme con la madre, in via del Lago Terrione 12 (vicino al quartiere Cavalleggeri, presso il Vaticano), dove è nascosto un altro patriota.
Una seconda Carta di identità, falsa, con indirizzo in Viale delle Province 37, che è il luogo di copertura durante la clandestinità e dove è conservato materiale di propaganda del Partito d'Azione.
Decide di dare quella falsa, ma gli agenti nazisti lo perquisiscono e gli trovano l'altro documento ed una rilevante somma di denaro che sono i risparmi che la mamma gli ha affidato la mattina. Pertanto viene fermato e portato al Comando della Polizia di Sicurezza nazista (SS) in Via Tasso 145. Quindi le SS effettuano in forze (con quattro auto) un sopralluogo, con perquisizione, in Viale delle Province 37, dove trovano numerose copie del giornale azionista Italia Libera che Rodella doveva ancora diffondere e altri documenti del Partito d'Azione.
Per questo motivo è a lungo interrogato ed anche torturato nel carcere nazista di Via Tasso (dove rimane circa 2 settimane) per, poi, essere trasferito nel carcere di Regina Coeli dove è rinchiuso nel III Braccio controllato dai nazisti.
Nei giorni precedenti al suo arresto, Rodella, aveva organizzato (insieme ad altri militanti azionisti, tra i quali il suo amico ed ex commilitone Tenente Ferdinando Lucchini già membro con Riccardo Bauer, Tommaso Carini e Giovanni Ricci, del Comitato Militare Cittadino del Partito d'Azione) un’azione presso l'ingresso nella Scuola elementare Alfredo Oriani in Piazza Indipendenza, per distruggere le liste di leva ( censimento ebrei?) ivi conservate, ma poi l'azione era stata sospesa.
Il 22 marzo 1944 Rodella è processato e condannato dalFeldgericht (il Tribunale Militare di Guerra tedesco) a 15 anni di reclusione per il grave reato continuato di “propaganda ed attività ostili ai tedeschi e di distribuzione di volantini e giornali clandestini”. Però Lui non è molto preoccupato perché gli Alleati sono vicino a Roma e presto sarebbero arrivati in città, liberandola dall'occupazione nazifascista. Alla madre, andata a trovarlo nel carcere di Regina Coeli subito dopo il processo, dice di non preoccuparsi e di avvisare il suo amico Ferdinando Lucchini (dirigente della V^ Zona del Partito d'Azione) di “stare attento” perché avrebbero cercato di arrestarlo, dal momento che era già sfuggito alla cattura il 3 marzo.
Il primo pomeriggio del 24 marzo 1944 viene prelevato dai nazisti da Regina Coeli e condotto alle Cave Ardeatine è trucidato insieme ad altri 334 patrioti, tra i quali il cugino Ugo Baglivo e una cinquantina di altri partigiani “azionisti”.
Il Comune di nascita Guidizzolo (MN) ha intitolato alla sua memoria la strada nella quale si trova la casa (ora appartenente alla Famiglia De Giuli) dove è nato: sulla parete della casa, al civico 64, è stata posta una targa (restaurata per il Giorno della Memoria del 2013 dall'Associazione Nazionale tra Mutilati ed Invalidi di Guerra- ANMIG), davanti alla quale, ogni anno in occasione del 24 marzo (anniversario dell'eccidio nazista delle Fosse Ardeatine) ed il 25 aprile (Festa della Liberazione), l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco, depone una corona d’alloro.
l'Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco, depone una corona di alloro.
di Giorgio Giannini
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