A proposito di giustizia sociale...
Il Presidente dell’INPS Tito Boeri ha comunicato che i nati negli anni ‘80, cioè i trentenni di oggi, andranno in pensione a 75 anni, con un trattamento economico molto basso.
Una generazione costretta a lavorare fino a 75 anni per avere un assegno pensionistico che non garantisca una serena vecchiaia è a dir poco scandaloso.
Nel frattempo, pochi giorni fa, è stata diffusa una statistica sull' aspettativa di vita degli italiani che si è ridotta di alcuni mesi nel 2015, dopo essere cresciuta per molti anni, attestandosi a meno di 80 anni per gli uomini e a meno di 85 per le donne.
Nonostante il Presidente dell’INPS sia probabilmente a conoscenza di questa statistica ha comunque, in merito, ribadito che la pensione da “fame” sarà il risultato del vuoto contributivo creato dagli stessi lavoratori che, già oggi, versano in modo discontinuo anche grazie a periodi di disoccupazione più o meno lunghi derivanti dalla attuale crisi nel mondo del lavoro.
Previsioni e dichiarazioni, per il futuro di questa generazione, che non possono che condurre a pessimismo e sfiducia nelle Istituzioni che sembrano non tenere in grande considerazione, al momento, il problema apparentemente lontano nel tempo con la conseguenza che con questo atteggiamento non potrà che crescere il cosiddetto “sommerso” con ulteriore danno per l’economia del nostro Paese.
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