24 Marzo 1944 - L'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE
Mercoledì 23 marzo alle ore 18:30
presso la biblioteca "Nelson Mandela", Via La Spezia 21 - Roma
In ricordo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944
Proiezione del film: "ROMA UNA BREVE ETERNITÀ" di Vittorio Pavoncello
interverranno:
Valerio Ceva Grimaldi giornalista
Lolita Gulimanoska psicoterap
Gianfranco Pannone regista
Giuseppe Mogavero Museo Storico della Liberazione
saranno presenti:
la protagonista Beatrice Palme
il regista Vittorio Pavoncello
L’eccidio delle Fosse Ardeatine, oltre alle sue commemorazioni, ha continuato a far parlare di sé anche a guerra finita per le diverse responsabilità che ebbero i suoi protagonisti. I partigiani ritenuti da alcuni colpevoli e ben consapevoli di suscitare con la loro azione una rappresaglia, alle SS naziste che la eseguirono con rapidità e scrupolo, fino a superare di ben cinque unità il rapporto di dieci italiani da uccidere per ogni tedesco morto, ammazzando alla fine 335 innocenti. Nel 2013 la storia non ha smesso di riattizzare i suoi ricordi e suscitare problemi nel presente, quando, con la morte del Capitano delle SS Ernst Priebke l’allora sindaco Marino rifiutò di dare sepoltura, nella città di Roma, al criminale nazista. Vivaci polemiche ha sempre suscitato anche la razzia e la deportazione di 1024 ebrei dall’ex ghetto di Roma, incursione annunciata e preceduta dal triste e famoso episodio dei 50 chili d’oro. Si sapeva quello che avrebbero fatto i nazisti a Roma? Qualcuno sapeva e taceva, oppure si sapeva e si sperava che non sarebbe accaduto? Sono molti i quesiti ai quali, con un film e con l’intervento di notevoli relatori, nel commemorare l’eccidio delle Fosse Ardeatine si cercherà di dare se non proprio una risposta esaustiva almeno una contemporanea interpretazione dei fatti.
Trama del film: Una psicoanalista riceve diverse sessioni di pazienti. I nove mesi di occupazione nazista di Roma le vengono narrati attraverso un passato difficile, nel quale alcuni ancora si perdono e in cui sarà trascinata la stessa psicoanalista. La storia intesa come memoria privata e come inconscio collettivo, che si tradurrà in un finale in cui la guerra e il razzismo emergono come una vicenda non ancora risolta.
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