Quello che ho da dire
Quello che ho da dire.
La profonda tristezza di trovarsi con gli occhi abbassati senza avere espresso la propria idea, senza percepire nello sguardo altrui quell'aria di attenzione che si desidera.
Il dialogo, l'ultima tra le virtù, l'ultima foglia di un albero sociale che si sta disintegrando sotto i colpi ben assenstati di una generazione persa tra idee malsane, costretta in cavità oscure come canne ferrose di un vecchio moschetto, pronta ad essere espulsa come proiettile di tribuna e non come armonica esibizione della propria dialettica.
Abbiamo, perchè di tutti è la colpa, compromesso il reciproco scambio di opinioni, abbiamo permesso a strumenti insensibili di creare i binari del confronto relegando lo stesso ad imposizioni che a nulla servono se non ad alimentare la melma umorale che infuoca gli animi e corrode i sentimenti.
Un paese che si priva dell'arte della comunicazione costruttiva rifiuta la propria libertà.
Tra persone di principio il dialogo si intende come il filtro separatore di valori puri da cose effimere, il meraviglioso lavoro atto ad elevare, anche di poco, la società in cui aspramente viviamo.
AI